S. ARCANGELO TADINI IL PARROCO SANTO DI BOTTICINO
                                                                                           
Nasce a Verolanuova (BS)il 12 ottobre 1846 da una famiglia numerosa e muore a Botticino Sera (BS) il 20 maggio 1912.

Aneddoti e curiosità

Tratto  da Don Arcangelo Tadini  e la sua opera sociale di Luigi Fossati 1977


La devozione a Maria SS.Maria

«Si era in un periodo di grande siccità. Per implorare la pioggia che un cielo sereno non prometteva punto, fu indetto un pellegrinaggio di plaga, a cui parteciparono i paesi di Botticino Sera, Botticino Mattina, San Gallo. La mèta fu il santuario della Madonna di Valverde (Rezzato). Colà vi fu messa in canto; e al vangelo l’arciprete di Botticino Sera, con la sua voce squillante e pacata, tenne un discorso di circostanza. Tra l’altro ricordo che il signor arciprete, spiegando che la Madonna è la mediatrice di tutte le grazie, disse: “La Madonna è pronta ad ascoltare le nostre preci. Ella ha l’acqua da darci, ma... noi dobbiamo corrispondere di più alle grazie del Signore.” A questo punto si coprì il volto con le mani e stette in silenzio un attimo, quasi volesse muovere la misericordia divina. Poi, con un tono commosso riprese: “ La Madonna ci esaudisce, la Madonna ci ha già esaudito, ringraziamola”. Mentre pronunciava tali parole, il cielo, che era serenissimo, si rannuvolò, lasciando cadere pioggia abbondante e tutti tornarono a casa inzuppati ma felici per la grazia ricevuta.” A Rezzato le persone ancora ricordano questo fatto.”

  Narra una parrocchiana di Botticino Sera: « Avrò avuto cinque anni circa, Un giorno, per incarico dei miei portai all’arciprete un cestino di frutta, primizie della campagna. Arrivata alla canonica, dopo aver varcato il portone d’ingresso, presi la maniglia della porta della veranda che metteva nella sala, ma non fui capace di aprirla. L’arciprete, che stava licenziando un sacerdote venuto a fargli visita, mi vide e, aperto l’uscio mi disse: “Con tanta lingua che hai, non sei neanche capace di aprire una porta; chissà cosa sarà quando avrai trent’anni “. Poi, rivolgendosi al suo confratello, riprese: “A quel tempo io non ci sarò più; ma questa qui dovrà soffrire tanto “. Io rimasi molto mortificata. Più adulta soffrii molto, avverandosi in pieno quanto l’arciprete mi aveva detto: ma egli, finché visse, fu sempre al mio fianco e mi aiutò. E mi ricordo un altro fatto. Avrò avuto allora sei anni; era la fine dell’anno scolastico, festa della premiazione degli scolari. Il sindaco del paese e l’arciprete si degnarono di dispensare dei quadretti a soggetto religioso ai premiati. Quando fu la mia volta, il sindaco stava consegnandomi il quadretto della Madonna della seggiola col Bambino, e a un’altra mia compagna l’Immacolata. Il signor arciprete volle che s’invertissero le parti: a me l’Immacolata, alla mia compagna la Madonna della seggiola. La mia compagna si sposò ed ebbe otto figli; io volli rimanere nubile» Soprattutto raccomandava alle giovani di non ascoltare mai le promesse di chi era brillo, per il vino bevuto, perché instabili e false . Confessa una parrocchiana: «L’arciprete mi disse di non sposarmi perché non era la mia strada. Io non l’ascoltai ed ora mi trovo pentita” . Un’altra confessa: « L’arciprete mi disse di non sposare N.N., perché non era il mio partito. Io gli risposi che gli volevo bene e non potevo più staccarmi; e l’arciprete: “Fai come credi, bada che vai in un inferno, e verrai a darmi ragione “. Le parole dell’arciprete si avverarono in pieno. Mio marito dopo un po’ di tempo incominciò ad insultarmi, a maltrattarmi e arrivò fino a percuotermi sanguinosamente. Oh, che inferno! Quando mio marito morì, non sentii alcun dolore, anzi fu per me una vera liberazione ». Ad una terziaria che si sposava disse: «Ricordati che quando entrerai nella nuova casa, dietro all’uscio troverai la croce ». Essa rimase vedova ancora giovane, con molti figli piccoli, alcuni dei quali la fecero tribolare..

Aneddoto Un giorno si sposarono due che erano giovanissimi. Lui aveva ventidue anni e lei diciotto. L’arciprete in quel giorno doveva andare a Milano. I genitori dei giovani sposi pensarono di affidare i due novellini, inesperti del mondo, al parroco. E questi, con grande bontà, andò... in viaggio di nozze. Mentre lui andava per le sue faccende, i due, da innocenti provinciali, girarono per la grossa città, e poi tornarono dal loro parroco che li provvide di tutto, cibo e alloggio come due bambini. E non erano suoi figli spirituali? Finite l’arciprete le sue faccende, tornarono ancora tutti assieme. A casa i genitori rifusero tutte le spese. Cose che succedevano quando Berta filava? No: succedevano quando la vita, nonostante tutto, era ancora molto semplice (Maffeo Bonini) Alle spose raccomandava di provvedere alla casa con l’ordine e la pulizia con se stesse e con i figli, in modo che il marito fosse contento: « Ricordatevi che quando sapete più o meno l’orario del ritorno di vostro marito, preparatevi bene in ordine, anche se prima non avete potuto, pettinatevi e lavatevi bene, mettete in ordine i vostri figli, perché vostro marito, ritornando, abbia a godere della vita familiare; diversamente farà presto ad andare all’osteria e ne sarete voi la causa » (Prediche). Litigi di famiglie padre spirituale e il consigliere « Il Servo di Dio era ritenuto il consigliere che sapeva riportare la pace. Difatti in casa mia molte volte succedevano dei litigi, che succedono spesso nelle famiglie nelle quali i figli sposati convivono assieme. Le cognate spesso litigavano. Ricordo che l’a mamma mia per tali litigi spesse volte lasciava la casa e ritornava presso i suoi genitori, Mio padre, lasciati passare alcuni giorni e non vedendola ritornare, si rivolgeva al Servo di Dio, il quale, non potendo andar di persona, perché zoppicante, mandava ‘a chiamare mia madre in casa sua e la riappacificava in modo che essa ritornava » (N.N.). « A casa s’intratteneva con le persone che si rivolgevano a lui per qualche consiglio. Era un piacere a ragionargli assieme. Dopo le funzioni si fermava ancora in chiesa a pregare; si raccoglieva mettendosi la testa fra le mani. Era consolante confessarsi da lui; dapprima si aveva un po’ di paura, ma poi questa scompariva, perché era tanto paterno; e agli uomini piaceva, perché era spiccio. Aveva una calamita speciale per attirare la gente. Quando i ragazzi facevano qualche marachella, egli, alla prima occasione in chiesa, li riprendeva tutti assieme ed anche qualche volta ciascuno in particolare.

«L’ultimo giorno di carnevale, piuttosto che i giovani andassero in altre parti a divertirsi, li invitava in canonica in galleria sopra la sala: faceva preparare loro una buona minestra con pane salame e vino e li lasciava cantare liberamente. « Dopo le feste del triduo, ci dava qualche cosetta e ci lasciava giocare in canonica. Più tardi dava a ognuno di noi cinquanta centesimi. «Quando a Brescia vi era qualche festa straordinaria pagava lui a tutti e ci portava. « In feste diverse dava ospitalità alle due scuole la femminile e la maschile — per qualche rinfresco o spuntino, e si divertiva, egli così austero, a vederli tutti allegri. Permetteva loro in questa circostanza, o altre simili, dei canti non strettamente sacri, che pure lui aveva insegnato « L’educazione che dava era improntata dall’abituale severità. Non voleva che i giovani si abituassero a star fuori di casa alla sera ». Dopo l’Ave Maria voleva che nessuno si fermasse a schiamazzare in giro, tanto meno nelle osterie» Il giorno della visita militare per i giovani era un giorno di baldoria, quando esso non durava una settimana. Rappresentava la loro maggiorità sociale; entravano come nella vita ufficialmente. Innaffiavano questo loro avanzamento con delle grandi bevute a tutte le osterie del paese e lo proclamavano con tutte le canzoni che sapevano, specialmente con quelle più vecchie, all’ombra di un bandierone portato dal meno scalmanato del gruppo, ornati tutti di fazzolettoni al collo All’arciprete non garbavano queste prodezze alcoliche e musicali e un po’ con le buone, un po’ con le cattive, richiamava i giovani ad una maggiore dignità diceva loro: “Vi siete divertiti e giustamente, perché questi sono per voi gli ultimi giorni che passate da borghesi; ma ditemi, che cosa avete guadagnato per la vostra anima? e per l’eternità che cosa vi è rimasto?” » . Il matrimonio Con le ragazze che si preparavano al matrimonio era fecondo di consigli e di dottrina austera. Non ammetteva amoreggiamenti. Con chi gli diceva che tutti ormai li praticavano, protestava: « Possiamo ringraziare Dio che non tutti li praticano: molte si preparano bene e non è rara la consolazione di vedere buone fanciulle che vanno al matrimonio come colombe innocenti. Amoreggiamenti, no. Che cosa si fa da chi vuol amoreggiare? Non altro che nascondere ciò che può dispiacere, e si finge, ed è tutto un impegno a farsi credere quello che non si è. Attente a non accedere a domande che possano offuscare la stima che si ha di voi. Siate salde nella vostra onestà e questa sarà il fondamento della futura confidenza: lo sposo avrà della sua sposa la più alta stima e nel suo cuore la dirà una santa » (Prediche). Voleva che alla sera ciascuno fosse a casa sua: « L’uscio di notte è pericolosissimo. La notte è madre di disordini. La gioventù che esce di notte, o ha perduto o è per perdere il buon costume » (Prediche). Erano tempi in cui ogni tanto faceva capolino la richiesta di divorzio che veniva soffocata subito dalla valanga di milioni di proteste. Anche a Botticino si raccolsero firme da parte di tutto il paese contro il divorzio. Dal pulpito l’arciprete tuonava: «Oh, non sentite che non si ha vergogna a predicare il libero amore? E i nostri cristiani vi si vanno preparando, credendo di formare la loro famiglia sopra i sensi, e non s’accorgono che anche le bestie hanno i sensi, ma non la famiglia, a formare la quale è necessario salire a Dio, e non a un Dio che sta nelle nubi, ma un Dio che vive in mezzo agli uomini, che s’interessa dell’uomo, che appunto per questo ha impiantato la sua Chiesa, e alla sua Chiesa ha dato con la fede la grazia di formare la famiglia » (Prediche). « I tempi nostri sono migliori dei tempi passati? Gran domanda. Alcuni sospirano i tempi passati, vedono terribile l’avvenire. Altri salutano l’era novella apportatrice di progresso. Io per me sono d’avviso che sono le generazioni stesse che preparano i tempi. Il padre apparecchia i destini di quelli che verranno. La società dipende dai padri e dalle madri. Il presente racchiude in sé l’avvenire. Una mano al petto dunque, genitori; voi avete in mano la società. Provvedete dunque all’avvenire dei figli. È in vostra mano. La natura e la grazia, la religione e la società, il cielo e la terra, gli uomini e Dio aspettano silenziosi l’opera vostra: l’ora è suprema, l’esito irrimediabile » (Prediche).

 Intervista  a suor Erika Perini   con immagini della sua professione perpetua


Dalle discoteche al convento: la conversione di suor Anna Nobili  ora suora operaia ...

Il servizio dato dalla   tv abc degli Stati Uniti in occasione  della realizzazione del quadro    realizzato dall' artista Yuroz,che oggi si trova all' altare di S. Arcangelo Tadini nella Basilica di Botticino Sera- Brescia

Los Angeles artist Yuroz is interviewed by ABC News for his official Vatican Comission

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