Ricordando Maggio


Avelino Busi ci riporta  negl' anni 40  e ricorda il mese di maggio  e i mesi più caldi, un evento straordinario era la processione per il paese del Corpus Domini...

A maggio quando comincia a cantare il cuculo e l’usignolo..come diceva mio nonno:l’erba cresce al volo e infatti verso l’ultima decade nei campi all’ombra dei gelsi,i contadini,piantate le piccole incudini,battevano le falci durante le ore più assolate-Verso sera scendevano i contadini con fasci di fieno sulle spalle per portarli sul fienile-Mi ricordo che mio nonno,una sera arrivò nel cortile dove le donne stavano sedute a fare la calza (scarpeta) con un fascio di fieno sulle spalle,mio padre che stava seduto fuori dall’uscio gli disse:dove state andando? Allora lui accortosi di aver sbagliato strada gli rispose:a merenda! Tutti risero di cuore------ !!!!Sicuramente i giorni più belli erano quelli d’estate e cioè dai primi di Giugno fino ai giorni della vendemmia. Era l’estate che noi aspettavamo con ansia;potevamo girare in largo e in lungo nei prati, nei boschi e naturalmente a piedi nudi,poca preoccupazione anche per la dieta, perché nei campi e nei boschi si trovava un po’ di tutto: fichi, pesche, prugne, mele,more nocciole cornioli e nella valle si trovavano perfino degli squisiti gamberetti che noi mangiavamo vivi. La scuola era finita, cartella e quaderni erano stati messi da parte, si partiva al pomeriggio e scesi per il bosco dei castagni cominciavamo a dare la caccia ai cervi volanti;avevano delle corna appuntite, che si stringevano a tenaglia,tant’è vero che le sperimentavano con i cani attaccandoli sotto le loro code e così imboccando di corsa un sentiero che passava sotto il bosco di robinie ,si arrivava giù nella valle dove scorreva il torrente RINO ,che una volta faceva girare la ruota di un vecchio mulino chiamato Ora ,nelle fontane create naturalmente dal torrente l’acqua era fresca,ma noi ,tolti tutti i pochi abiti,completamente nudi saltavamo nelle fontane allegramente a fare il bagno; sicuramente erano i giorni dell’anno nei quali l’igiene intima era più curata! San Gallo allora era illuminato da soli tre piccoli punti luce; uno si trovava alla Trinità, uno in centro al paese davanti alla fontana e un altro in fondo al paese prima di imboccare la mulattiera che saliva verso Castello di Serle. Nelle sere calde d’estate uomini e giovani si sedevano per terra appoggiandosi contro il muro delle case e cosi…..sotto una luce tremula,che illuminava la povera strada,file di uomini stanchi accovacciati in terra,molti con i capelli bianchi,che raccontavano le lor gesta .della passata guerra ; nonne che filavano,pregando piano, piano,il rumore di un carro si perdeva lontano-! Nel brolo i ghiri,volavano di ramo in ramo,timidi accordi di grilli ,salivano dalla valle,coperti dal gracidar di raganelle. Nel cielo una virgola di luna contornata da pallide stelle,dialoghi d’ usignoli nelle frasche dalla pieve rispondeva la campana,sussurri di voci presenti,ricordi di voci trapassate,travolte dal vento,che cancella quella sera d’estate….per me ormai lontana. Quelle sere nel cortile della scuola,sentivi i ragazzi che partecipavano alla colonia estiva, cantare GIOVINEZZA---SOLE CHE SORGI e altri canti imposti dal regime FASCISTA, la gente ascoltava in silenzio e gli anziani scuotevano il capo malinconicamente; quasi tutti avevano un fratello,un figlio,un cognato partiti per l’ALBANIA,o in RUSSIA a combattere una guerra assurda, voluta da gerarchi avidi di potere e gloria e forse , per sviare questi tristi pensieri le nonne ci facevano pregare per i poveri morti e poi qualcuna seriamente aggiungeva: preghiamo anche per quelli che combattono nell’Africa ,che si stanno tirando le palle l’uno con l’altro a questa affermazione c’era chi sorrideva per la metafora innocente .Ogni tanto qualche pipistrello svolazzava intorno alla piccola luce e c’era chi portava una pertica per abbatterlo,ma, il pipistrello riusciva sempre a sviare i colpi,e cosi tutti ridevano,anche questo era un divertimento e allo stesso momento un motivo per nascondere i tristi pensieri! In estate erano frequenti i temporali; mi ricordo che una mattina verso le undici circa,scoppiò un forte temporale,l'aria calda era ferma come l’acqua della pozza vicino al prato dove d’estate serviva per abbeverare le mucche, che tornavano dai pascoli, giù in fondo alla pianura si era fatto buio e si sentiva un brontolio sordo come il grugnito di un orso rabbioso; le rondini passavano a volo radente sopra il cortile,l’aria era diventata pesante,cominciava a lampeggiare ,pareva quasi che il cielo pigliasse fuoco,prima il tuono si sentiva ancora lontano, ma dopo pochi minuti era sopra di noi e talvolta sembravano tanti colpi di frusta,arrivavano le prime raffiche di vento che sbattevano violentemente le imposte e le piante facevano l’inchino ad ogni ventata che passava,la nonna chiamava a raccolta le sue galline e dalle colline scendevano a precipizio le mucche e i vitelli che facevano suonare violentemente i campanacci,le donne correvano in fondo all’aia a ritirare in fretta il bucato steso sulle corde ad asciugare, dopo un po’ cominciavano gli scrosci violenti di pioggia e le gronde straripavano d’acqua; le strade del paese si trasformavano in tanti torrenti ,nella valle si sentivano i rumori dei sassi trascinati dall’acqua torbida! Sotto il portico la mia nonna bisbigliava qualche Ave Maria , bruciando nello scaldaletto i rami d’ulivo benedetto per scongiurare la grandine,alla fine, passato il temporale,ci veniva regalato un meraviglioso arcobaleno e il nonno guardava sorridente i colori e poi esclamava soddisfatto:vedete,quest’anno faremo un’ottima vendemmia perché il colore rosso è più marcato degli altri


LA PROCESSIONE  CORPUS DOMINI

L’estate ci regalava a tutti la festa del CORPUS DOMINI; la sentivi nel profumo dei fiori,nel cinguettio degli uccelli,ma,soprattutto nel suono delle campane che suonate a concerto dai vecchi campanari entravano con prepotenza col loro suono nelle case,nelle stalle e perfino nelle cantine,dove il vino stava maturando nelle botti di rovere! C’era tanta allegria nelle case allora, le donne si vestivano a festa con corsetti variopinti, la nonna era intenta a ravvivare il fuoco,dove nel pentolone attaccato alla catena stava a bollire il vecchio gallo ;il nonno aveva già preparato due fiaschi di vino buono per il pranzo,si era lavato e fatta la barba con il rasoio facendo bollire per l’occasione un pentolino di acqua e ora girava con i suoi pantaloni di fustagno fumando la pipa,or andando a dare un’occhiata alla stalla,ora entrando in cantina a controllare i tappi delle damigiane se per caso fossero saltati per la fermentazione del vino.Ma era verso l’una del pomeriggio che la contrada si animava, infatti,uomini, donne e ragazzi , si davano da fare per preparare degnamente il passaggio della processione con il SANTISSIMO; chi piantava i pali ai lati della strada , chi attaccava le corde del bucato e poi arrivavano le donne con le lenzuola ricamate portate in dote ,e le stendevano,chi portava giù dal monte dei fiori spontanei che noi chiamavamo del Corpus Domini,e chi seminava petali di rose sulla strada !Verso le tre, il suono a concerto delle campane annunciava l’inizio della cerimonia; nella piccola chiesa fumosa di candele e d’incenso ,accompagnato dal mugugno dell’organo,il vecchio prete pelato,intonava il vespero facevano eco le donne con voci poco intonate e parole in latino storpiate e trascinate come tante ciabatte rotte.-Fuori sul sagrato, la banda del paese aspettava l’uscita del prete che , ad alta voce pregava, le campane in quel momento venivano fermate a bicchiere (sulle poste ) per dare spazio alla banda che, con passo cadenzato e lento intonava il : LAUDA SION,la processione, partita dalla chiesa arrivava al Finil de Sèch (Barba), li, nel cortile veniva improvvisato un piccolo altare,adorno di fiori di campo e due candelabri,il prete deponeva l’ostensorio con il SANTISSIMO e pregava,poi mentre intonava il TANTUM ERGO lo incensava e quindi impartiva con l’ostensorio la benedizione solenne,si faceva ritorno verso la chiesa accompagnati dalle marce religiose suonate dalla banda e nell’entrare in chiesa venivano suonate a concerto le campane; è da notare qui il fatto che banda e campane non suonavano mai insieme per il semplice fatto che gli strumenti della banda erano nella tonalità di si bemolle mentre il concerto delle cinque campane del paese era in sol maggiore per questo creavano forti dissonanze anche alle orecchie dei profani! Avelino Busi