Remo Piccinotti di professione progettista meccanico, grande appassionato di meteorologia . Dispone di numerosi dati relativi al clima del territorio Botticinese e Bresciano da lui raccolti ed archiviati negli ultimi 35 anni e cura questa pagina . Tutti i dati riportati sono comunque frutto di raccolta personale e empirica. Non hanno pretesa di ufficialità.
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Il tempo non è più quello di una volta.
Il mese di Novembre
Ottobre è terminato senza infamia e senza lode. Piogge nella norma, ben distribuite nell’arco dell’intero mese. E’ stato più freddo all’inizio e eccezionalmente caldo alla fine, ma questo è assai frequente in una stagione di transizione.
Ora inizia novembre e ha tutte le intenzioni di proseguire con la dinamicità climatica di ottobre.
Quali sono le caratteristiche di novembre?
E’ uno dei mesi meno amati dai meteorologi perché non ha più in sé la potenza dei fenomeni estivi e non presenta ancora le caratteristiche tipiche e il fascino dell’inverno.
Eppure nelle giornate limpide e non di rado tiepide, in questo mese si possono cogliere dei colori fantastici, sia in campagna che in montagna. L’ocra intenso e il rosso vivo delle foglie cadute sui marciapiedi a volte rendono ineguagliabili anche piazze o vie per il resto insignificanti.
Purtroppo però le giornate limpide in novembre sono ben rare.
Ci si avvicina velocemente al minimo di ore di luce, la temperatura notturna si fa sempre più fredda e l’umidità tende a condensare in nebbia.
E infine le perturbazioni atlantiche riescono con maggior facilità a penetrare nel mediterraneo, raccolgono umidità e la distribuiscono abbondantemente sul nostro territorio. Soprattutto nella prima decade del mese, l’energia fornita dal mare caldo è ancora tantissima e le piogge possono diventare insistenti e abbondanti.
Nella seconda parte del mese invece possono anche aumentare i giorni di precipitazione, ma con caratteristiche di pioviggine più invernale.
Non a caso, le grandi alluvioni sul territorio italiano si sono verificate nei primi giorni di novembre.
Ricordiamo la rotta del Po, nel 1951, che per dimensioni fu imponente e catastrofica: avvenne dopo la metà del mese, ma per una serie ripetuta e incessante di piogge cadute nelle settimane precedenti in tutto il nord Italia.
Ricordiamo la tragica alluvione di Firenze del 4 novembre 1966. La prima in diretta televisiva e con grande impatto sull’opinione pubblica.
Stessa cosa accadde a Trapani nel 1967 e in Piemonte il 6 novembre 1994.
Come si può constatare, gli eventi catastrofici si verificavano anche tanti anni fa.
Sempre ci sono responsabilità umane e grossolani errori di valutazione alla base, ma la sostanza è che in certe circostanze può cadere dal cielo una quantità di pioggia dieci volte superiore alla norma e a nulla vale lo scaricabarile di responsabilità.
Il territorio di Botticino in generale, e San Gallo in particolare, sono lontani dai grandi corsi d’acqua e il rischio di straripamenti è relegato a pochi torrenti. L’altopiano carsico di Cariadeghe inoltre è un ottimo equilibratore di flussi, poiché nei momenti di grandi precipitazioni, assorbe con le sue doline un’enorme quantità di acqua che poi rilascia lentamente nei mesi successivi.
Negli anni che vanno dal 1973 ad oggi, a Botticino in novembre le piogge sono state, nella maggior parte dei casi, nella norma. Se vogliamo cogliere una tendenza, è un aumento di novembre piovosi dopo il 2000.
Vediamo questa tabella
Nov. 1975 191mm 16 giorni piovosi
Nov. 1982 160mm 9 giorni piovosi
Nov. 1996 165mm 16 giorni piovosi
Nov. 2000 218mm 14 giorni piovosi
Nov. 2002 162mm 10 giorni piovosi
Nov. 2004 158mm 6 giorni piovosi
Nov. 2008 233mm 11 giorni piovosi
Nov. 2010 252mm 11 giorni piovosi
Nov. 2012 178mm 11 giorni piovosi
Molto più rari sono invece i mesi trascorsi con scarsa pioggia.
Tra questi possiamo citare:
Nov. 1978 35mm 3 giorni piovosi
Nov. 1981 0mm 0 giorni piovosi
Nov. 1983 1mm 1 giorno piovoso
Nov. 1998 22mm 4 giorni piovosi
Nov. 2001 16mm 3 giorni piovosi
Nov. 2006 20mm 3 giorni piovosi
Altre circostanze anormali che possiamo citare:
Nov. 1994 Mese caldo e molto umido, con temperature minime sempre abbondantemente sopra lo 0° e ben 13 giorni di nebbia.
Citiamo il fatto che nei 13 anni, dal 2000 ad oggi, solo 5 volte c’è stata nebbia a novembre. In tutti gli altri anni nessun giorno di nebbia. Nebbia che invece era quasi sempre presente, fino a 4,5, 7 giorni negli anni 70’, 80, e 90’.
Di rilievo la nevicata, ben 10 cm, il 4 novembre del 1980 a Botticino. A San Gallo, per la diversa altitudine sarà stata sicuramente più abbondante.
La cosa fu abbastanza eccezionale e recò numerosi danni alle viti e agli alberi ancora completamente coperti dalle foglie.
Le nevicate a novembre non sono frequenti. Oltre a quella appena citata, troviamo 3 cm nel 1996, 4 cm nel 1999, 3 cm nel 2005, 1 cm nel 2008 e 2 cm nel 2010, quasi sempre dopo la metà del mese. Questo sulla pianura di Botticino. In parecchie circostanze a San Gallo ha nevicato mentre a Botticino pioveva, poiché i 250 metri di altitudine in più comportano una temperatura di almeno 1,5° in meno.
Di grande eccezionalità i nessun giorni di pioggia del 1981, sempre sereno, interrotto solo da 6 giorni nebbiosi. E ancor più eccezionali, l’unico giorno con 1 mm di pioggia nel 1983, sempre sereno e nessun giorno di nebbia. Ma non solo: le Alpi restarono prive di neve fresca fino a dicembre inoltrato fino a 3000 metri. Personalmente ai primi di dicembre arrampicai fin quasi al Pian di Neve, sull’Adamello, trovando ancora la nuda roccia e il ghiaccio dell’anno precedente.
Un chiarimento su cosa intendiamo per giornata di nebbia.
Nei rilevamenti fatti dall’aeronautica si intende nebbia, quando la visibilità è inferiore a 1 km. Generalmente in meteorologia si parla comunemente di nebbia quando la visibilità al suolo non supera i 200 metri, altrimenti si intende come foschia densa.
Generalmente in questi casi il cielo è sereno e a Sangallo la temperatura è superiore a quella della pianura e si gode uno splendido sole.
UNA CURIOSITA’
Con novembre si entra solitamente in quella fase della stagione in cui gli inquinanti e, in particolare le famigerate PM 10 cominciano ad assumere livelli elevati nei bassi strati, in particolare nei primi 2/3 metri dal suolo, con irritazione e danni alle vie respiratorie. Da noi, in Lombardia e in particolare a Brescia, quando le centraline dell’ARPA segnalano una quantità superiore a 50 microgrammi per metro cubo, si considera come giornata a bollino rosso, cioè rischiosa per la salute.
Alcuni giorni fa, in una città cinese del nordest, il traffico e tutte le attività sono state bloccate per i livelli troppo alti di PM 10. Volete sapere qual è il limite che ha fatto scattare l’ordinanza? 1000 microgrammi per metro cubo!!! Come si può vedere, tutto è opinabile!
Alla prossima.
Remo Piccinotti















Il tempo non è più quello di una volta.
Questa è la frase che fa arrabbiare qualsiasi appassionato di meteorologia.Io sono fra questi. Vi spiego perché. Sono nato una sessantina di anni fa a Botticino Mattina. Ora vivo a Sera e alcuni miei parenti sono di San Gallo.
Ho passato l’infanzia ad ascoltare il nonno materno e quello paterno, entrambi appassionati di meteorologia. Era un continuo scrutare il cielo. E io mi muovevo in sintonia con loro, senza perdere un sospiro, un’imprecazione, un lampo di soddisfazione o delusione ogni volta vedevano realizzarsi o meno le loro previsioni.
Fu allora, dall’età di tre, quattro anni, fin quasi all’adolescenza che imparai a distinguere le mille facce dello stesso cielo. Imparai che le nuvole sono il risultato dello scontro tra masse d’aria. La temperatura, l’umidità, la direzione dei venti, l’altezza del sole, se diversamente combinati, possono creare il classico batuffolo bianco come il più spaventoso degli uragani.
Al punto che un giorno del 1978, sfiduciato dalla labilità della memoria e dal modo emotivo e poco scientifico di ricordare gli eventi del passato, ho deciso di cominciare a documentarli.
Non ho mai avuto grandi pretese: una semplice stazione barometrica, un pluviometro, dei quaderni su cui scrivere ogni giorno e tanta passione nell’osservare il cielo
Oggi canali televisivi, giornali, siti internet, sfornano previsioni, cartine, immagini satellitari. Allora c’era solo il colonnello Bernacca che prima di cena, con una semplice lavagna luminosa, cercava di erudirci sui segreti delle pertubazioni.
Cosa è cambiato in questi trenta o quarant’anni?
Bernacca e i suoi colleghi avevano una grande competenza e pochissimi strumenti.
Fare previsioni attendibili, oltre i due, massimo tre giorni era pressoché impossibile.
Oggi la potenza degli elaboratori e delle riprese satellitari a disposizione è impressionante.
Purtroppo l’esperienza vera, quella che deriva dalla costante e attenta osservazione del cielo è scesa a livelli molto bassi.
Il risultato è un susseguirsi, un accavallarsi di previsioni, di smentite, di interpretazioni spesso contrastanti che lasciano sconcertati
Possiamo riassumere così: gli strumenti odierni consentono di arrivare a una previsione attendibile sei, massimo sette giorni prima di un evento, ma…
La casistica dei ma è talmente variegata e complessa che ci si potrebbe perdere il sonno. Diciamo che alla fine l’attendibilità di una previsione, a livello locale, viene ancora dalla capacità di osservare il cielo e dalla conoscenza del territorio su cui si vuol emettere una previsione. Tenendo naturalmente conto dei dati satellitari, che sono comunque importantissimi.




Il mese di Ottobre: l’autunno per eccellenza.
Se i fans del presepe volessero sapere già oggi che condizioni meteo troveranno a Natale sulla strada che conduce all’Oratorio di San Gallo, li deluderò immediatamente. Chiunque gli fornisca questa previsione è un ciarlatano venditore di frottole.
Oggi parliamo del mese di Ottobre, quello che sancisce il passaggio definitivo da una stagione che può presentarsi ancora estiva a una che può essere già invernale.
“Non ci sono più le mezze stagioni”
“Da ragazzo andavo in maniche corte fino a metà ottobre, ora ho già i termosifoni accesi”
“Una volta a ottobre pioveva sempre”
“Una volta non c’era l’inquinamento… una volta… una volta…”
Tutte balle.
A ottobre le grandi masse di aria fredda del vortice polare, diventano sempre più fredde a causa dell’accorciarsi delle giornate. Lo scontro con l’aria ancora calda dell’Europa del sud e, soprattutto del mar Mediterraneo, diventa più acceso creando perturbazioni e onde nell’atmosfera, talmente imponenti che nessuna forza, nessun ostacolo creato dall’uomo può minimamente disturbarle.
Quando e come queste onde, calde o fredde, si alterneranno sulle nostre teste è regolato dalle correnti a getto, dai flussi oceanici, dalle enormi masse d’aria calda che stazionano sul deserto del Sahara. Anche i supercomputer meteorologici non riescono a prevederne i movimenti se non pochi giorni prima.
Caliamoci nella realtà di Botticino e di San Gallo.
Costruiamo due semplici tabelle:
Ottobre del 1978 30mm di pioggia 4 giorni piovosi
Ottobre dell’ 86 25mm di pioggia 1 giorno piovoso (28 giorni di cielo limpido)
Ottobre dell’ 89 10mm di pioggia 2 giorni piovosi
Ottobre del 95 33mm di pioggia 3 giorni piovosi
Ottobre del 2001 50mm di pioggia 1 giorno piovoso
Ottobre del 2009
Seconda tabella
Ottobre del 1979 186mm di pioggia 11 giorni piovosi
Ottobre dell’ 80 209mm di pioggia 8 giorni piovosi
Ottobre del 92 296mm di pioggia 13 giorni piovosi (Tutti i fiumi in piena)
Ottobre del 93 284mm di pioggia 20 giorni piovosi (straripamenti ovunque)
Ottobre del 99 204mm di pioggia 12 giorni piovosi (Alluvione Piemonte)
Ottobre del 2012 202mm di pioggia 8 giorni piovosi
Unendo le due tabelle diventa evidente come dal 78 al 2012 non sia cambiato assolutamente nulla. I mesi piovosi si alternano ai mesi secchi con regolarità, quindi secco o estremamente piovoso sia 40 anni fa come ora.
Tutti i mesi di Ottobre degli anni non citati hanno avuto precipitazioni dai 60mm ai 140-150mm, cioè nella norma.
Si potrebbero compilare altre tabelle che riguardano le temperature minime e massime, i giorni di nebbia, l’umidità dell’aria.
Troveremmo la stessa alternanza di eventi.
Abbiamo avuto degli inizi di ottobre con temperature massime prossime ai 30 gradi negli anni 60 e 70 come negli anni più recenti. A fine ottobre abbiamo visto fiocchi di neve 50 anni fa come il 28 ottobre del 1997.
Se proprio vogliamo trovare un evento che si è radicalmente modificato negli ultimi anni è la nebbia.
In ottobre non è un fenomeno frequente. Tuttavia nel 1988 vi furono ben 7 giorni di nebbia. E’ un aspetto che riguarda generalmente la pianura del nostro comune. Quelle che avvolgono San Gallo generalmente vanno annoverate nella categoria delle nubi basse. Le nebbie fitte, nelle nostre pianure, si sono notevolmente diradate negli anni in cui sono scomparse le caldaie a nafta pesante che immettevano nell’atmosfera grandi quantità di caligine , ottimo catalizzante per questo fenomeno.
Concludiamo comunque con due o tre detti popolari sul mese appena analizzato, senza avere la pretesa che corrispondano a verità.
“Ottobre, il vino è nelle doghe”
“Ottobre frondoso, inverno freddoso”
“Ottobre piovoso, campo prosperoso”
Alla prossima